Situazioni di maggiore riscontro nei teenagers
Binge drinking:
Domanda: Sono andato a una festa e ho cominciato a bere. Mi ricordo solo i primi bicchieri. Sono stato molto male. Fin dove posso bere senza rischiare di star male e che se ne accorgano persino i miei genitori?
Risposta: Rischi di binge drinking a quest’eta’. Prima di tutto devi sapere a cosa puoi andare incontro. I ragazzi della tua eta’ non hanno in genere completa consapevolezza dei rischi legati all’uso dell’ alcol. I meccanismi di depurazione dell’alcol raggiungono una completa efficienza solo dopo 18 anni e l’impatto di grandi quantità’ di alcol in breve tempo (binge drinking) espone l’organismo giovane a conseguenze addirittura fatali.
I vostri genitori hanno maggiore esperienza e possono consigliarvi anziché costituire un ostacolo al vostro cosciente divertimento.
Ti propongo alcuni spunti utili:
- Cerca di usare bevande a basso contenuto alcolico
- Assumi le bevande lentamente, alternandole a bibite analcolici e mai a stomaco vuoto
- Non superare 2 drinks nell’arco di 3 ore. In base alle linee guida del "Canada’s Low-Risk Alcohol Drinking”, un "drink” sarebbe:
- 341 ml (12 oz.) bottiglia di 5% alcol birra, sidro, etc.
- 142 ml (5 oz.) bicchiere di 12% alcol vino
- 43 ml (1.5 oz.) porzione di 40% distillato
Giochi elettronici:
Domanda: Non riesco più ad intavolare un discorso di senso compiuto col mio figlio 13enne, che e’ continuamente distratto dai giochi elettronici (cellulare, play station, you tubers, etc.). Oltre quale soglia devo preoccuparmi? E’ questa soltanto una fisiologica distrazione del momento destinata a scomparire col tempo o devo già correre ai ripari??
Risposta: l’impossibilita’ di stabilire un contatto emotivo con Suo figlio mi induce a pensare che il problema esiste e va affrontato in sede idonea. Il particolare assetto neuro-psicologico di un adolescente comporta una spiccata tendenza a perseguire attività di scarso impegno intellettuale e rapido raggiungimento di soddisfazione come nel caso dei video giochi. I ragazzi si immergono in una pseudo-realtà che gli porta a creare situazioni trasgressive e/o di facile rischio da risolvere con un semplice "click”. L’eccitazione che ne deriva può essere paragonabile all’esaltazione ed al piacere sperimentabili con la droga e l’alcol.
Segni di dipendenza possono essere: tempo speso nell’attivita’; polarizzazione in questa singola attività’. Abilità di stare senza: che succede se gli fosse vietato l’uso per una settimana ad esempio? Cambiamento nel suo comportamento?
Nel caso dove risulta una dipendenza, la prima cosa da fare sarebbe di discuterlo con una referenza importante di suo figlio, tipo il pediatra e la scuola. Poi mettersi in contatto con specialisti nel campo per aver informazione e indicazioni su cosa fare. Nel caso di un problema serio, un trattamento deve essere provveduto coinvolgendo genitori e figlio. Il tipo di terapia viene deciso caso per caso.
Scommesse:
Domanda: Ho iniziato a fare piccole scommesse a scuola e a vincerle, e’ bello vincere ma anche avere dei soldi.. e ora che sono maggiorenne faccio regolarmente scommesse nelle sale scommesse e anche online. I miei genitori non mi danno soldi per giocare.. ho capito che è una cosa che non si deve fare ma non riesco a smettere???
Risposta: Dissezionare il caso per renderlo più consapevole della situazione…scommettere e’ una dipendenza. Inizia con il piacere di vincere ma finisce con una schiavitu’, fargli vedere la versione reale della storia, cioè il rischio non solo della dipendenza ma anche di cadere in problemi di tipo economico.
Messaggio ai genitori: attenzione ai primi segnali di debolezza / curiosità’ verso il tema della scommessa/ vincere soldi, controllare se i ragazzi hanno soldi non dati dai genitori.
Derivati della cannabis
Domanda: Sono andato a festeggiare il compleanno del mio compagno di seconda liceo scientifico. Mi e’ stato proposto di condividere uno spinello con il gruppo, essendo stato rassicurato sulla innocuità della sostanza: e’ vero che non crea dipendenza come invece fanno le altre droghe??
Risposta: E’ vero che la cannabis crea meno dipendenza "fisica”, ma possiede peraltro un notevole fascino per il particolare contesto in cui viene prevalentemente consumata. L’alterato livello di coscienza che insorge al contatto con la sostanza costituisce un fattore di rischio effettivo e non predicibile. La letteratura e’ piena di esempi sul suo impatto negativo sia a livello neurologico (disfunzioni cognitive) che psichiatrico (disturbi d’ansia / attacchi di panico, etc.) con successivo basso rendimento scolastico.
Il relativo profilo di sicurezza risente peraltro della variegata differenza con cui la sostanza viene commercializzata e proposta (foglie, semi, resina), della diversa concentrazione di principio attivo e dal possibile inquinamento con i "cannabinoidi sintetici” (dotati della capacita’ di interagire con i ricettori endogeni ai cannabinoidi, ma associati a notevole impatto medico tossicologico negativo), le sostanze stupefacenti più o meno note e sostanze "di taglio”, aggiunte per potenziare gli effetti della molecola di base.