Disturbi alimentari? Forse è dipendenza, parliamone !


Sovrappeso, obesità, bulimia, anoressia e magrezza eccessiva. Quante volte ne abbiamo parlato? Quante volte abbiamo riconosciuto i sintomi inquietanti di questi disturbi in persone a noi care, in bambini, in giovani,

in adulti, o addirittura in noi stessi? I sintomi, già, ma le cause? Analisi, diete, medicinali, esercizio fisico… esistono modi codificati per affrontare il problema.

Ma se fosse pura dipendenza? Oggi finalmente, possiamo contare su un diverso approccio al problema che individua con precisione se la natura del disturbo è riconducibile a dipendenza, appunto, per intervenire in modo adeguato. Ecco cosa dice in proposito la dottoressa Sana Barada, farmacologo, esperta di dipendenze e guida del Team Sana Firenze.

Esiste davvero un modo nuovo di affrontare i problemi legati al peso ed al comportamento alimentare?

Sì, basta vedere le cose da un’angolazione diversa. Per spiegarmi meglio, riporto qui tre domande che mi sono state poste recentemente da altrettante persone.


Non sono una sprovveduta:so perfettamente cosa dovrei mangiare e cosa evitare, conosco il valore degli alimenti, comprendo ancheche dovrei fare un po’ di attività fisica. Ma non riescoa tradurre in pratica queste idee. Eppure so che la mia vita cambierebbe! Cosa posso fare per mettere in moto il meccanismo?

Tu vedi il problema con lucidità, ma alla consapevolezza non segue un comportamento adeguato.Eppure la tua educazione alimentare è corretta e magari conosci anche le motivazioni psicologiche che ti spingono a nutrirti male, ma non riesci a spezzare la catena, ad interrompere il comportamento sbagliato.

Quando non si riesce a far coincidere il comportamento col giudizio, si evidenzia un elemento importante del- la dipendenza caratterizzata da un mancato collegamento fra volontà e azione. In altre parole, pur conoscendo una sana condotta alimentare non la si riesce a seguire.

In questo caso, è compito dell’esperta di dipendenza di affiancare il paziente ed aiutarlo a ristabilire questa connessione a livello cerebrale fra giudizio e decisione e ad assumere un comportamento più appropriato nei confronti del cibo.


Mia figlia, che frequenta la terza media, sta ponendo ultimamente maggiore attenzione a cosa mangia. Adesso la taglia che va di moda tra le sue amiche è la extra small. Sta facendo diete strane. Ha eliminato pane, pasta, dolci e olio. Qual è il confine tra un sano controllo dell’alimentazione e un disturbo alimentare?

Il confine è tracciato dalla quantità di ore e minuti spesi a pensare al cibo, nelle restrizioni che sfociano in un’alimentazione non compatibile con una buona salute e nella costante insoddisfazione della propria immagine corporea. Quando l’organismo non ricevepiù tutto ciò di cui ha bisogno a causa di drastiche, talvolta incontrollabili, scelte personali, non si tratta più semplicemente di sano controllo dell’alimentazione, ma di vero e proprio disturbo alimentare.


Ho un bimbo di 8 anni che nell’ultimo periodo ha preso troppo peso. È giusto porre già attenzione alla sua alimentazione o è ancora come qualcuno mi dice "soltanto un bambino”? L’attuale alimentazione di mio figlio potrà incidere sul suo stato di salute in futuro?

Certo che è bene occuparsi già ora dell’alimentazione di tuo figlio! Non si è mai troppo piccoli per imparare a mangiare be- ne. Non parlo di dieta, ma di educazione alimentare inserita all’interno di uno stile di vita sano. Queste sono le strategie comportamentali che permettono di ridurre il rischio, statisticamente molto elevato, che un bambino sovrappeso oggi sia un adulto obeso domani.

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